Francesco Mottola nasce a Tropea il 3 gennaio 1901
Il rito di beatificazione si è svolto nella Chiesa Concattedrale di Tropea il 10 ottobre 2021
Don Francesco Mottola, nasce a Tropea il 3 gennaio 1901 e riceve il battesimo due giorni dopo la nascita. La sua infanzia, pur vissuta in un ambiente religioso, fu drammaticamente segnata dal suicidio della madre, evento che ebbe una notevole influenza sul carattere del ragazzo, in seguito ulteriormente provato dalla morte prematura di un fratello. Anche alla luce di questi fatti la personalità del giovane, che nel frattempo era entrato in seminario, andava configurandosi con tratti di indubbia vivacità, intelligenza, animo poetico, ma anche con significativi limiti caratteriali.
Il periodo formativo, soprattutto al Pontificio Seminario San Pio X di Catanzaro, fu per lui un’autentica palestra di conversione, di irrobustimento della vita interiore, di progressiva ricerca della volontà di Dio, al punto che l’ordinazione presbiterale, avvenuta il 5 aprile 1924, trovò la sua poliedrica personalità generosamente disponibile all’azione della grazia.
Il Beato svolse il ministero in molteplici ambiti pastorali, dalla predicazione all’amministrazione dei sacramenti, dalla direzione spirituale all’attività letteraria e giornalistica, dall’esercizio concreto della carità all’organizzazione di iniziative spirituali e culturali.
Dal 1929 al 1942 divenuto rettore del seminario diocesano, nel quale precedentemente era stato docente e padre spirituale, si mostrò guida attenta e prudente dei giovani, ma soprattutto animatore entusiasmante, aperto alla comprensione dei segni dei tempi e alla ricerca delle opportunità di bene che i nuovi fermenti sociali esigevano.
Il suo zelo si estrinsecò anche in varie iniziative apostoliche, sempre promosse con grande spirito di sacrificio. In modo particolare, fu convinto assertore dell’improrogabile esigenza di un profondo rinnovamento spirituale e culturale del clero diocesano, che favorì mediante fraterni incontri di preghiera e di studio, e della necessità del coinvolgimento dei laici nell’apostolato come lievito di autentico progresso della società.
In don Francesco Mottola risplende il carisma dell’amore oblativo, che egli visse con intima coerenza e che instancabilmente propose a tutti. In questa ottica si comprendono anche il suo impegno nell’Azione Cattolica, le numerose iniziative di volontariato concretizzato in opere a favore di ammalati, poveri, anziani, emarginati, orfani, diseredati; quelli che lui chiamava “i nuju du mundu”, cioè gli scartati e i non considerati al mondo. Nel 1936 si apre a Tropea la prima Casa della Carità, con la benedizione del Vescovo Mons. Felice Cribellati.
Dal 1930 cominciò a organizzare gruppi composti da sacerdoti e laici, secondo un’ideale di azione caritativa e di preghiera contemplativa, come “certosini della strada”; a lui si unirono anche tante laiche che si consacrarono come “carmelitane nel mondo”la cui cella era il loro cuore; furono guidate dalla Serva di Dio Irma Scrugli.
Dopo vari tentativi di dar vita a forme di aggregazione presbiterale e laicali, nascono l’Istituto Secolare delle Oblate del Sacro Cuore e l’Associazione dei Sacerdoti Oblati e degli Oblati Laici.
Notevole è la produzione letteraria del Servo di Dio. I suoi scritti, mentre evidenziano una singolare attenzione agli eventi della Chiesa calabrese, spaziano verso i più vasti temi teologici, ascetici e mistici. Numerosi articoli, interessanti anche sotto l’aspetto estetico, presentano le realtà fon-damentali della fede e i fatti della cronaca, in un costante dialogo con il mondo contemporaneo, manifestando nell’Autore vigore intellettuale, penetrazione psicologica, ponderata dottrina. La sua proposta culturale, essenzialmente cristocentrica, è in grado di delineare il profilo di un vero umanesimo cristiano. In tutto il corso della vita del presbitero calabrese non venne mai meno la lotta contro le naturali inclinazioni di un temperamento ribelle, ma i suoi umani condizionamenti furono integrati e superati nella fede.
I nuclei prioritari intorno ai quali si strutturò la sua esperienza spirituale furono l’abbandono fiducioso alla divina Provvidenza nella preghiera e nella contemplazione, la devozione al Cuore di Gesù nell’eucaristia, la pietà mariana, la carità verso Dio e il prossimo vissuta in modo eroico, lo spirito di mortifica zio ne e di servizio, uno stile di vita umile, austero e casto.
Nel corso degli anni, purtroppo, iniziarono a manifestarsi i segni di una salute precaria, al punto che una paralisi nel 1942 lo colpì e gli tolse l’uso della parola e dei suoi ordinari movimenti per oltre ventisette anni. Don Mottola, con progressiva serenità e pazienza, intensificò il suo fervore e la sua attività apostolica, unendosi come vittima consapevole alle sofferenze di Cristo e accogliendo con amore e semplicità il mistero della croce. Ai dolori fisici si unirono anche delle sofferenze morali, soprattutto a causa di invidie e incomprensioni, che influirono notevolmente sul suo animo.
Suo ideale di vita fu quello di offrirsi in oblazione, come lampada che arde,“usque ad sanguinem”.
Don Mottola si spense nella città natale il 29 giugno 1969.
Seppellito prima nella cappella di famiglia del cimitero cittadino, i suoi resti mortali furono traslati nella Concattedrale di Tropea, dove riposano nella navata destra, ai piedi del Crocifisso.
Don Francesco Mottola è stato definito “una perla del clero calabrese”; è stato anche paragonato a un’aquila volata verso le vette più alte della contemplazione mistica, dopo aver provato la fornace della sofferenza e l’assiduo lavorio interno di purificazione ascetica.
Il nulla osta della Santa Sede per l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione, per l’esercizio delle virtù eroiche, porta la data del 15 ottobre 1981. Il processo diocesano si è svolto a Tropea dall’11 febbraio 1982 al 29 giugno 1988; la convalida degli atti processuali è arrivata il 22 giugno 1990. La sua “Positio super virtutibus”, consegnata nel 1994, è stata esaminata dai Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, che il 23 marzo 2007 si sono pro-nunciati a favore dell’esercizio in grado eroico delle virtù cristiane da parte sua. I cardinali e i vescovi membri della medesima Congregazione hanno invece emesso il loro parere positivo il 6 novembre 2007. Il 17 dicembre 2007, ricevendo in udienza il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinal José Saraiva Martins, papa Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui don Francesco Mottola veniva dichiarato Venerabile.
In vista della sua beatificazione, la Postulazione della Causa ha sottoposto al giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi la presunta guarigione miracolosa di un seminarista, oggi sacerdote avvenuta nel 2010.
Sulla guarigione, ritenuta miracolosa, presso la Curia diocesana di Mileto-Nicotera-Tropea dall’8 maggio 2012 al 5 aprile 2013 fu istruita l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta dalla Congregazione con decreto del 7 marzo 2014. La Consulta Medica del Dicastero nella seduta del 21 febbraio 2019 ha riconosciuto che la guarigione fu rapida, completa e duratura, inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche. Il 25 giugno 2019 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi che ha dato parere favorevole. Il 1 ottobre 2019 ha avuto luogo la Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi e il 2 ottobre 2019 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui il miracolo è stato attribuito all’intercessione di don Francesco Mottola, aprendo la via alla sua beatificazione.
Il rito di beatificazione si è svolto nella Chiesa Concattedrale di Tropea il 10 ottobre 2021, alla presenza del Card. Marcello Semeraro, delegato da Papa Francesco e Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, dei Vescovi dell’Episcopato Calabro, delle autorità civili e militari, di numerosi sacerdoti provenienti dalle diocesi calabresi e da fedeli gioiosi e festanti, nonostante i disagi causate dalle avverse condizioni metereologiche.
Don Francesco Sicari