Il Vescovo Renzo ha celebrato una messa nella Concattedrale di Tropea
Nell’omelia forte monito contro l’idolatria di se stessi
La comunità tropeana ha commemorato il XXII pio transito della Serva di Dio Irma Scrugli, avvenuto il 22 settembre 1994.
Nella Chiesa concattedrale di Tropea, domenica 25 settembre, è stata celebrata una santa messa, presieduta dal Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo. Hanno concelebrato il fratello maggiore dei sacerdoti Oblati don Ignazio Toraldo, l’Assistente generale delle Oblate don Tommaso Fiamingo, il giudice delegato nell’istruttoria diocesana per la causa di beatificazione don Francesco Sicari, i padri Redentoristi La Ruffa e Brugnano e il segretario vescovile don Graziano. Ha animato i canti della liturgia il coro parrocchiale.
Il Vescovo diocesano, all’inizio del sacro rito, ha rivolto un pensiero grato a Mons. Girolamo Grillo, Vescovo emerito di Civitavecchia, direttore della Rivista “Parva Favilla” e molto legato a don Mottola, alla Serva di Dio e all’Istituto delle Oblate, deceduto un mese fa in Romania.
Nel corso dell’omelia, ha ringraziato tutti coloro che stanno lavorando nella fase diocesana del processo di Beatificazione della Serva di Dio e ha fatto riferimento alla causa di Don Mottola, auspicando che da Roma possano presto arrivare notizie positive per la proclamazione a Beato.
Parlando di Irma Scrugli, Mons. Renzo l’ha definita “una donna che si è lasciata interpellare e afferrare dal Signore”. La sua vocazione è stata quella di “contemplativa nella strada che l’ha portata a contemplare e servire il Signore nei poveri, nei diseredati, negli abbandonati da tutti”.
Il Vescovo ha commentato la parola di Dio della domenica, soffermandosi in particolare sulla parabola del ricco epulone e del povero Lazzzaro. Forte e chiara è stata la sua denuncia circa l’idolatria di se stessi di cui è pervasa la mentalità odierna. “Pensiamo ai mafiosi, ai disonesti, a quelli a cui interessa solo il profitto personale: quale religione possono avere se non una sua parvenza che serve solo a nascondere l’idolatria di se stessi?”.
Per Mons. Renzo “la cultura di oggi non è atea, ma idolatra”. E gli idoli che ci creiamo si chiamano denaro, successo, smania di potere, volontà di potenza. In realtà, afferma il Vescovo, “adoriamo noi stessi, il nostro io che si trasforma in dio e che ci rende schiavi di noi stessi, non liberi. Contiamo solo noi, come il ricco epulone che non si importa di nulla eccetto che di spassarsela”.
L’esempio e la testimonianza dei santi, che la Chiesa non si stanca ricordare, sono un richiamo forte a vincere la tentazione dell’idolatria.
Cosi ha infatti rimarcato il Vescovo: “La serva di Dio Irma Scrugli, don Mottola, i Santi, il povero Lazzaro del Vangelo ci insegnano il senso vero delle cose che spinge ad uscire fuori dal nostro io, a liberarci dai nostri calcoli e dai nostri idoli terreni per rimettere Dio al centro della nostra vita e dei rapporti con gli altri”.
Proprio per questo figure straordinarie come don Mottola e la Signorina Irma dovrebbero maggiormente essere valorizzate e fatte conoscere, ancora di più e meglio rispetto a quanto si sta facendo, non solo a Tropea ma anche nell’intera Calabria.
Il video in HD della santa messa, presieduta dal Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo.